Ruth e nanà

Ruth e Nanà

Poggio Imperiale (FG), 2019

3×7 metri, carta, colla

 

Ruth è nata in Nigeria, dopo l’adolescenza decide che per poter inseguire i suoi sogni deve andare via, dove ci sono scuole, lavoro e opportunità. Parte con il suo compagno e scopre di essere incinta. In Libia lui sparisce. Lei, forte come una roccia, decide di rispondere ugualmente alla chiamata del passeur che le ha trovato un posto in un gommone per l’Italia. Parte nonostante la gravidanza sia all’ottavo mese, anche perché aveva già pagato e non poteva perdere soldi e opportunità.
Che sia una roccia lo abbiamo già detto, così determinata da salire sul gommone e mettere a repentaglio la sua vita e quella del suo bambino. I rischi sono molteplici, dall’avaria del motore alla morte per parto su un gommone pieno di gente.
Le si rompono le acque durante la navigazione e la corsa contro il tempo diventa cruciale.
Riesce ad arrivare a Lampedusa e partorire senza grosse complicazioni, è disidratata ma viva. Oggi vive a Poggio Imperiale ed è integrata, grazie al progetto SPRAR le è stato evitato di dover ricorrere a lavori sommersi per poter sopravvivere. Ha realizzato tirocini formativi e sta cercando il suo posto nel mondo. Dimenticavo di dirvi che Ruth ha solo 25 anni.

La gente del paese la riconosce e le sorride. Se questa immagine alta 7 metri ha contribuito a cambiare l’opinione anche di un solo abitante di Poggio Imperiale (e so per certo che lo ha già fatto) per me è già una grandissima vittoria.
Uscite dalla propaganda e parlate con la gente, scoprirete che “il nemico” è molto meno pericoloso di come viene descritto dietro uno schermo.

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